di Gaetano Santangelo

Franco Fayenz, storico collaboratore di Amadeus si è spento a Milano all’età di 92 anni.
È grazie a collaboratori come Franco che Amadeus ha guadagnato la stima dei lettori.
Passava spesso in redazione e non perdeva occasione per venirmi a salutare e darmi le ultime sul mondo del jazz. Non solo, ci teneva a sapere cosa accadeva anche nel settore della classica che frequentava assiduamente. Sentivo la sua voce inconfondibile rompere il silenzio della redazione: C’è il boss? E subito spuntava dalla porta del mio ufficio e mi salutava, sempre usando il termine bonariamente irriverente: Come stai boss?
Raramente si sedeva. Restava anche a lungo in piedi e mi rendeva partecipe dei suoi viaggi recenti, degli artisti che aveva intervistato per Amadeus e per il quotidiano al quale collaborava, e per finire mi informava sui progetti per i prossimi numeri del nostro mensile e di quanto si stava preparando nel mondo di quella musica che, poco per volta, eravamo riusciti a rendere familiare ai lettori, che ritenevano il jazz estraneo al mondo della “grande musica”.
Un giorno mi confessò di essere un discendente del grande Emilio Salgari e notai che il suo cognome, tolta la F era un anagramma di Yanez, uno dei più riusciti personaggi della saga di Sandokan. La cosa ci divertì molto.
Tutto ciò è durato quasi trent’anni, durante i quali abbiamo curato insieme le pagine dedicate al jazz, per quasi trent’anni ci siamo visti in redazione e a teatro. La musica, ogni genere di musica, è stato il filo che ha unito un lungo tratto delle nostre vite.
Addio Franco e che la musica ti accompagni nella tua prossima vita.